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L’AI è un pezzo della nostra mente che sta fuori dal nostro corpo. | Michele Kettmajer | TEDxCaorle

L’oracolo di Delfi ci insegna che ogni risposta cela un rischio: confondere i nostri desideri con la realtà. Ogni giorno miliardi di persone interrogano un’AI come fosse un oracolo contemporaneo. Ma a Delfi le risposte erano volutamente ambigue: non per ingannare, ma per costringere chi chiedeva a fermarsi, discutere, decidere insieme. Il valore non stava nella risposta, ma nel percorso: tempo, attesa, confronto, responsabilità condivisa. L’AI di oggi, invece, ci consegna risposte immediate, senza cammino e senza comunità. Questo talk propone un cambio di sguardo: la gratitudine come presa di coscienza. Se trattiamo l’AI solo come uno strumento che deve dirci ciò che vogliamo sentire, rischiamo di perdere una parte essenziale della nostra umanità: la capacità di scegliere insieme. Originario del Trentino e con radici norvegesi, da anni costruisce percorsi in cui la tecnologia non è un fine, ma una soglia. Collabora con ministeri, comunità rurali, fondazioni, start-up e scuole, presiede imprese e associazioni e conduce ricerche sul rapporto tra innovazione e società. Racconta di intelligenza artificiale e umanità nel blog del Sole 24 Ore ed è autore di diversi libri dedicati al tema. Membro del comitato scientifico sull’Intelligenza Artificiale dell’Università Pontificia Auxilium di Roma, insegna “Ecologia della AI” in diverse università italiane e in Angola, a Benguela. La sua missione è spostare il baricentro del discorso digitale: dal centro alle periferie, dalla prestazione al senso, dal dato al bene comune. This talk was given at a TEDx event using the TED conference format but independently organized by a local community. Learn more at https://www.ted.com/tedx

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